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Novità editoriali 2010

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In questo libro, bello e suggestivo, Anna Dolfi, analizzando romanzi, saggi e racconti di Tabucchi, si sofferma su un mondo fatto di oggetti fluttuanti, ontologicamente sfumati eppure proprio per questo straordinariamente veri. Oggetti e spazi disforici – per personaggi inesistenti e paradossali che si muovono in storie abbozzate e mai finite – si rincorrono e intrecciano in pagine tese a rileggere con Leopardi, Hemingway, Beckett…l’ultimo testamento di Tristano, e a interrogare, anche sulla scorta dei testi abilmente occultati dallo scrittore, il “terzo genere” a cui alludono le sinopie del vissuto, i tradimenti della storia, le costruzioni della fantasia. Là dove tutto è sogno di sogno (o per meglio dire allucinazione), ma col risultato paradossale di stare più vicino all’anima che si trova nel luogo del silenzio, della voce fioca, della notte.

 

Novità editoriali 2009

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Partendo dalla convinzione che le ricerche diacroniche di incidenza richiedano ormai strumenti di analisi e modalità percettive sensibili – oltre che alle occorrenze linguistiche – alla frattura introdotta dal moderno sul piano della fenomenologia, Anna Dolfi si interroga sulla natura e sui modi in cui si declina la modernità di Leopardi nel secolo che gli succede. La sua lettura unisce a un tracciato per campioni del leopardismo novecentesco lo studio sub specie leopardiana di alcuni autori e momenti esemplari (Ungaretti, Solmi, Montale, l’ermetismo, Zanzotto, l’ultima poesia…), attenda a mettere in luce la durata e variabilità di un dettato, quale quello leopardiano, destinato a intrecciarsi e a rivelare in ogni autore le teorie critiche e le scelte di personale poetica. La nuova sfida dell’intertestualità suggerita dalla trama suggestiva e complessa di questo libro, portando – oltre l’imitazione, l’allusione, il prelievo, lo stravolgimento – alla rilevazione di quanto è occultato nella scrittura (in una sorta di inconsapevole mise en abîme: il caso esemplare del Capitano di Ungaretti e del Sogno del prigioniero di Montale), fa insomma dello studio della memoria letteraria non solo un momento di storia della ricezione ma una modalità forte di ermeneutica del testo.

 

 

 

Novità editoriali 2008

I notturni, il notturno: su un ‘tema/genere’ – o meglio luogo e ‘contenitore’ dell’immaginario – affascinante e complesso, che tanto intriga la cultura della modernità, Anna Dolfi ha invitato a riflettere sub specie Tabucchi, provocando un folto gruppo di studiosi a muoversi sul terreno dei sogni e dell’insonnia, della paura e del silenzio, dell''ombra dentro la luce e della lux in umbra, là dove tutto è incompiuto, sfumato e conosce le soglie, mentre parla dell’inquietante, ma forse proprio per questo anche del vero. E così che i saggi raccolti in questo libro, individuando e leggendo quanto nell’opera di Tabucchi sta nel cote notturno, noir, e si colloca, si potrebbe dire, dalla parte del ''rovescio'', si interrogano sulle declinazioni di un sema, sui raggiri e le vacanze del senso, sulle resistenze e le tentazioni, le evasioni e l’impegno, la letteratura e la vita, l''etica e la politica, su tutto quanto insomma, tra l’insonnia e la morte, l''irreversibile e la nostalgia, a partire da Piazza d’Italia conduce all’addio di Tristano. Senza dimenticare che, con i suoi personaggi, lo stesso scrittore si è spesso collocato dalla parte dell’ombra, inducendo i suoi lettori a porsi il problema del rapporto tra illusione e menzogna, essere e apparire, vita e arte.Mentre vive sul confine tra realtà e finzione, tra disagio e utopia, mentre gioca a confondere sogni e realtà, Tabucchi con la sua voce da moralista moderno suggerisce anche che nell''estetica oggi ormai non è più questione di ritratti/autoritratti possibili né di possibile rappresentazione. La notte insomma (a dispetto dei margini) appare fatalmente contrapposta al giorno e su quello dominante; mentre nel notturno, a partire da ‘pietre vere’, comincia il gioco, delicato e infinito, delle maschere rivelatrici. Lo prova esemplarmente anche l’ultimo, inedito, racconto dello scrittore col quale si chiude il volume, là dove, nella trasfigurazione del quotidiano, la notte -una notte ampia, avvolgente, non dimentica dei grandi notturni romantico-simbolisti – si rende «presente»: «Come può essere presente la notte. Si impone di sola presenza, fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero, perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c''è l''invalicabile presenza della notte».

 

Oreste Macrí studioso di letteratura italiana, francese, spagnola; comparatista, metricista, teorico e traduttore in continuo dialogo con l’Europa; storico e amico dei grandi protagonisti della generazione spagnola del ‘25 e in Italia acuto e appassionato teorico/fondatore dell’ermetismo è al centro di questo libro. Anna Dolfi con lucida attenzione ripercorre le tappe fondamentali del suo percorso critico, soprattutto sul versante italiano, mostrando la singolare mistione di rigore e di genialità creativa, di filologia e di appassionata e irrinunciabile militanza che è alla base di un modo nuovo e inconfondibile di leggere i testi, di dialogare con gli autori e con il lettore. ‘Macritica’ appunto, come con ammirazione scherzosa o con polemica distanza veniva chiamata da chi, sgomento per la dottrina, la creatività, le scelte di canone, preferiva piuttosto soffermarsi sulla difficoltà di un linguaggio che, con il passare degli anni, confermando la singolare capacità ermeneutica di Macrí, ne svela appieno anche il provocatorio anticonformismo e l’intelligente ironia.

Ad accompagnare il libro un prezioso CD-Rom, risultato del lavoro di un gruppo di giovanissimi allievi di Anna Dolfi (indicati con la sigla “GRBM”, ovvero “Gruppo Ricercatori della Biblioteca Macrí”), che offre la schedatura completa della biblioteca privata donata da Oreste Macrí all’“Archivio contemporaneo Bonsanti” del Gabinetto “G. P. Vieusseux” di Firenze.

Novità editoriali 2007

 

 

 

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Letteratura & fotografia I, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 2007.

Quando si riflette sulla fotografia lo si fa con istanze che potremmo dire ontologiche e che producono un singolare effetto a raggiera. E così ci si trova a parlare di verità e di menzogna, di memoria e di oblio, del vedere, del ricordare, del deformare, della storia e delle sue interpretazioni, di identità referenziale e rappresentata,  di morte del soggetto, dell’oggetto, del bisogno che si ha di accompagnare con parole le fotografie…Questo libro, progettato e curato da Anna Dolfi, a latere delle teorie dell’arte, della scrittura, dell’immagine si occupa degli scrittori del primo Novecento europeo per i quali la fotografia è stata, in modi diversi, un’esperienza fondamentale. Si passa così dai ‘veristi’ italiani alla Recherche proustiana, da Pirandello a Gozzano, da Virginia Woolf  alla Yourcenar…, grazie a saggi che propongono, con la moltiplicazione degli sguardi, dei punti di vista, degli ‘scatti’, intrecci, risonanze, tangenze  tra letteratura e fotografia. La ricerca della ‘ricaduta’ della letteratura sulla fotografia, della fotografia sulla letteratura, della scrittura -   critica  e letteraria - su entrambe, appare, oltre che un fondamentale contributo a ricerche specifiche, anche un modo per rispondere a un’inquieta interrogazione sulle forme e i generi della narrazione e sui modi attraverso i quali la modernità ha mutato la riflessione teorica e la pratica del letterario.  

 

Letteratura & fotografia II, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 2005.

Saggi, quasi racconti, testi poetici, riflessioni teoriche e fotografie per parlare di autori italiani, francesi, inglesi del Novecento, in questo secondo volume, curato da Anna Dolfi, che tra barthesiane sinopie, idoli e figure di assenza, trasformazioni e derive, traduzioni/tradizioni, luci ed ombre, modi e tempi di detonazione, tenta di sondare, con gli strumenti raffinati della  riflessione moderna, il confine tra visibile e invisibile nella forma (nell'esistenza), sfiorando il limite tra indagine (delitti) e mistero.

Tra malinconia, ironia, gioco formale, inelaboralità del lutto, studiosi italiani e stranieri indagano la cronaca e il romanzo giallo, e interrogano l'opera di Palazzeschi, Moravia, Vittorini, Landolfi, Lalla Romano, Caproni, Claude Simenon, Calvino, D'Arrigo, Zanzotto, Tabucchi, Bruce Chatwin...seguendo i percorsi fotografici della scrittura, trovando parole per la scrittura della fotografia.

 

Alfonso Gatto «Nel segno di ogni cosa», a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 2007.

Per molti il nome di Alfonso Gatto è un nome mitico. E non solo per il ricordo che alcuni conservano ancora del suo sguardo glauco e della sua dolcezza furiosa, ma per una sorta di contrasto tra quella che potremmo chiamare un'originalissima modalità di occupare lo spazio, e l'abbandono, il ‘tremore’ del canto, quasi a provare che è possibile talvolta ai poeti affidare alle parole la fragilità nascosta, complementare dell'animo. e poi a ridestarsi subito nella memoria è la forza dell'archetipo materno, e il tema della morte, la malinconia, i colori che si spengono e ridestano, l'arditezza della sintassi combinata con un mondo di cose familiari...Un mondo fatto di suoni, di voci che si perdono sfuocando...Basta rileggere le poesie, i saggi critici di Gatto, per ritrovare intera l'inquietudine e il desiderio della lontananza, la dannazione/vocazione all'esilio; per rinvenire in linee architettoniche la brezza di pomeriggi lentamente acquietati nel diverso logorio della notte.

A trent'anni dalla morte del grande poeta, per ribadire con forza l'importanza della sua voce per la poesia e la cultura italiana tra primo e secondo Novecento, Anna Dolfi, con la collaborazione degli studiosi più noti di Gatto e di più giovani ricercatori, ha voluto ricostruire un percorso che, nelle diversità delle suggestioni, intrecciasse in modo nuovo e originale i ritmi e colori della poesia, i contesti e  le declinazioni della scrittura, la narrativa e la traduzione, la politica e la critica d'arte, le lettere agli amici e preziose e inedite testimonianze di affettuosa e partecipata intelligenza critica.

 

 

Novità editoriali 2006

 

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ANNA DOLFI, Tabucchi la specularità, il rimorso, Roma, Bulzoni, 2006.

Narratore, autore di teatro, critico, traduttore, intellettuale impegnato, Antonio Tabucchi ha affrontato nelle forme dell'avventura, del viaggio, della spy-story, le inquietanti, moderne tematiche dell'identità, della ripetizione, del tempo, della memoria, della specularità, del doppio, muovendosi sui labili e suggestivi confini del sogno e del delirio, della colpa e dell'insonnia. Anna Dolfi in questo libro, soffermandosi soprattutto su Notturno indiano e su alcuni racconti dell'Angelo nero, le affronta interrogandosi sui testi paralleli, sulle soglie, le autocitazioni, le fughe, le agnizioni, i giochi di maschere che percorrono la narrativa di Tabucchi. Blanchot e la Sontag, Pessoa e survival kits, quadri di bosch e il Don Giovanni di Tirso de Molina e di Mozart, il cinema e la musica sono convocati, in un abile e suggestivo gioco di morceaux choisis, per decifrare le regole nascoste di una colta, raffinata scrittura al secondo grado. (Dal retro di copertina)